Boston – Caccia all’uomo … nei cinema

Boston – Caccia all’uomo … nei cinema

In questo film si narra di un episodio tragico realmente accaduto e, Umberto Eco docet, è la filosofia dell’iperrealismo a stelle e strisce a dominare il quadro e a suggerire un’immersione totale da parte dello spettatore. Una catena di eventi è anticipata magistralmente da una presentazione, pezzo per pezzo, dei protagonisti. Ci sono i buoni e i cattivi, c’è l’amore e la tragedia, ci sono le esplosioni e il silenzio sordo che, alla fine dei “giochi”, vibrano nel rinvigorire il patriottismo americano.

Boston, 15 aprile 2013: siamo alle prime luci dell’alba e mancano poche ore alla partenza della maratona più antica degli Stati Uniti. È una bellissima giornata, anche se il sergente Tommy Saunders, sospeso dal servizio, dovrà guadagnarsi nuovamente la fiducia dei suoi superiori controllando l’arrivo della gara, come un semplice poliziotto. Ed è lì che due esplosioni, a pochi metri di distanza, creeranno il panico consegnando alla storia tre morti e una miriade di feriti per attentato terroristico. Scattano immediatamente le indagini, coordinate dall’FBI, dai Federali e dalla Polizia di Boston, che puntano il dito su due giovani ceceni.

Il film, nella sua parte iniziale, gioca molto con la macchina a mano, presentando i personaggi principali, quest’ultimi dotati di un doppio livello di significazione: aiutano la narrazione informativa, instaurando un legame con lo spettatore, e, simbolicamente, rappresentano la cultura americana muovendosi tra celebrazioni liturgiche (la maratona), riviste sul comodino, porte girevoli ai cafè, enormi strade, fasci di sole accarezzanti la bandiera americana. A governare il tutto c’è Saunders, con una regia che sin da subito ci mostra vita e intenzioni dei due attentatori. Il turning point, di fatto l’esplosione delle due bombe, innesca la caccia all’uomo portando lo spettatore ad abbandonare il drama per fiondarsi nel thriller, con ritmi più frenetici e montaggio serrato. La linearità temporale viene gestita da cicliche didascalie che ci informano sulle ore passate dall’attentato e sui luoghi in cui i buoni e i cattivi vanno a scontrarsi. Sapiente infine l’utilizzo di immagini di repertorio reali che entrano in dialettica con la fiction alzando il registro tensivo.

Adattamento cinematografico del libro “Boston Strong”, il film gode di un’ottima fattura di linguaggio estetico, con una schiera di attori di primo livello, da Mark Whalberg a Kevin Bacon, passando per J.K. Simmons. Il tutto viene mediato da una tipica e nevrotica tendenza americana nel voler “ricostruire” la realtà, dominare la stessa, mediante la copia perfetta, che portano l’opera al raccontarsi e al “riviversi” scivolando a volte nella retorica e nell’eccessivo sensazionalismo.

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