Cattivissimo Me 2

Cattivissimo Me 2

È ormai alle spalle la fase dell’isolazionismo, che lo portava a essere il cattivo per eccellenza e a progettare di impadronirsi della luna; Ora c’è da mandare avanti una famiglia e ci sono quelle tre orfanelle bisognose di attenzioni. Manca tuttavia un pezzo affinchè il puzzle di Gru possa finalmente concretizzarsi. Lui, in teoria, starebbe bene già così, abituato com’è a cavarsela da solo, ma, dall’esterno, è pronto a piombare in scena un agente segreto donna dinamico e carico di gioia di vivere.

L’ex cattivo Gru ha attaccato le malvagità al chiodo riciclandosi imprenditore di confetture: le coloratissime “marmellose”. Insieme ai suoi fedelissimi, quanto schizzati, Mignons ha cambiato il suo stile di vita. Quest’ultima è lietamente riempita dalle tre orfanelle che ha adottato: la figlia maggiore Margot, che sta diventando una signorinella, il maschiaccio Edith e la più piccolina, la dolcissima Agnes. Tra un barbecue e la routine quotidiana, torna tuttavia il passato sotto forma di ribaltamento. È stata infatti rubata, da un altro cattivissimo, una potente pozione che minaccia la stabilità del mondo e Gru viene ingaggiato dalla lega “Anti Cattivi”, che gli affianca l’esuberante agente Lucy, per risolvere la missione.

Sono il ribaltamento e il compimento i due nuclei si significazione del secondo capitolo di questo fortunato blockbuster made in Universal. Ribaltamento per ciò che riguarda le urgenze del protagonista che, una volta scrollatosi le nevrosi infantili del primo film grazie all’amore per le piccole, ora dovrà assorbire, portare a compimento quelle adolescenziali con il gentil sesso e divenire compagno di vita grazie a Lucy. Ribaltamento nel metaforizzare la tecnologia, infatti non è più Gru ma Lucy a far scoprire allo spettatore una miriade di gadget, o nel versante cromatico, con la pozione che rende i gialli Mignons di colore viola e li fa passare da imprevedibili a minacciosi per lo status quo.

Lo spazio d’indagine diventa un centro commerciale dove si nasconde, sotto mentite spoglie, il cattivissimo mentre il quartier generale dei buoni abita gli abissi marini. La specularità di Gru e Lucy, vero motore di tutto il film, viene coadiuvata dalle parabole delle tre bambine. Da qui le prime cotte, intense quanto sfuggevoli, di Margot, l’evidente identificazione con la figura paterna di Edith e il campo contro campo emotivo, a colpi di coccole e stupore degli occhi, tra Agnes e Gru. I Mignons prendono più campo di significazione rispetto al primo film orchestrando continuamente il ritmo con trasformismo, irrequietezza e ironia.

 

Un 3D che immerge lo spettatore all’interno del quadro per un cartone animato democratico e bello, capace di suscitare un ottimo livello di attenzione sia nei più piccoli, giocando sui continui strappi e un ritmo mai calante, che nei grandi, con le premesse dei protagonisti che aprono a riflessioni sul nostro contemporaneo caratterizzato da una lenta, quanto inesorabile, riconfigurazione valoriale del nucleo famigliare. Forse l’unico difetto sta nella risoluzione frettolosa del finale, ma parliamo di un sequel molto riuscito.

 

 

 

 

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