Inside Out … nei cinema

Inside Out … nei cinema

Era chiaro che la bimba crescendo avrebbe avuto delle difficoltà, di fatto dei piccoli “contrassegni” indicanti un disagio; tuttavia le cinque emozioni non avrebbero accompagnato il tutto con indifferenza viceversa avrebbero permesso il percorso con trasporto, all’apparenza rassegnate ma in realtà pronte alla maturazione.

La piccola Riley sin dai suoi primi passi nel mondo è stata avvolta dall’amore dei suoi cari genitori. A raccontarcelo è Gioia, una delle cinque emozioni, che insieme a Paura, Tristezza, Disgusto e Rabbia alberga l’anima e il corpo della bimba. Un giorno però i genitori della piccola undicenne decidono di trasferirsi dal Minnesota a San Franciso; tale cambiamento porterà ad uno scossone totale nell’interiorità di Riley mettendo in crisi le sue emozioni e il suo sguardo sul mondo.

Il quartier generale si trova in un punto imprecisato dell’anima di Riley. Lo spettatore sin dall’inizio interagisce con Gioia, vero Cicerone della storia, e lentamente conosce le altre emozioni e il funzionamento primigenio della crescita di Riley. Da qui i Ricordi Base e le Isole della Personalità, che vengono gestite dalle cinque emozioni; quest’ultime determinano gli eventi della piccola e spesso entrano in contrasto tra di loro per la supremazia. In questo gioco da dentro e fuori interagiamo con due mondi spaziali in continuo cambiamento. A un dentro che gioca sul tema del cerchio, con il Quartier Generale tondeggiante e i ricordi che via via vengono archiviati in sfere colorate, si contrappone un fuori più verticale con la bambina che vive gli anni della spensieratezza con i genitori. A un dentro che richiama i giochi di linea di Escher e una muscolatura simbolica e ipercolorata, nel frangente della memoria remota e dei sogni, si contrappone un fuori con una fotografia grigia che diventa metafora della crisi di Riley. A tenere le redini del ritmo ci pensano Gioia e Tristezza, le due emozioni che attraverso una lotta contro il tempo riequilibrano lo status quo. Le motivazioni e le organizzazioni delle emozioni giocano inizialmente su un registro prettamente leggero e ironico salvo poi convergere sull’emozionante, il riflessivo e il poetico nella seconda parte di film.

Un’idea originale e un cartone animato di grande qualità che ci racconta gli anni della spensieratezza e dell’autenticità; la forza sta nel creare le basi e le emozioni per una lettura dell’enorme lotta continua che c’è nell’essere umano tra la propria immagine e la realizzazione del sé. Tanti sono poi i riferimenti alla nostra cultura visuale, dal già citato Escher a Dalì passando per Warhol, in una giostra di colori e passaggi. Quando il cinema riesce, con le sue armi, non solo ad immergere lo spettatore nel quadro, viceversa anche a farlo riflettere, maturare ed emozionare ecco che l’operazione può considerarsi riuscita.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>