MoliseCinema2016: il palmarès finale

MoliseCinema2016: il palmarès finale

Si è conclusa ieri sera la quattordicesima edizione di MoliseCinema con la premiazione delle varie sezioni che hanno caratterizzato la sette giorni di proiezioni, eventi ufficiali e collaterali. Un’edizione gestita nel migliore dei modi dal direttore artistico Federico Pommier Vincelli, dal suo staff e che ha messo d’accordo sia il versante del pubblico che il versante della critica.

Per la sezione Frontiere, linea di MoliseCinema che si concentra sul genere documentario, porta a casa il Premio Giuseppe Folchi l’opera Goodbye Darling, i’m off to fight – Ciao amore, un bacio, vado a combattere di Simone Manetti. Il documentario, caratterizzato da un linguaggio marcato e lineare, ci racconta l’iter della modella e attrice Chantal Ughi, che si trasferisce in Tailandia e ritrova nella Thai Boxe nuova linfa vitale. Il nuovo spazio e la nuova disciplina diventano gli elementi per affrontare i fantasmi del passato e i testimoni per una nuova riconfigurazione emotiva. Menzione speciale per l’opera che più abbiamo apprezzato, quel Loro di Napoli di Piero Li Donni a cui abbiamo dedicato uno spazio analitico nei giorni scorsi.

Per la sezione Paesi in corto, linea storica del festival che presenta i corti internazionali, vince Fata Morgana della regista americana Amelie Wen. Originaria di Pechino, la Wen in questo cortometraggio ci racconta la tragedia di una coppia cinese che si ritrova a vivere il trauma della morte precoce dell’adorata e unica figlia. La tragedia diventa detonatore narrativo per indagare il dolore, diverso e lacerante, della madre e del padre. La m.d.p. diventa continuo registro scopico dei sentimenti dei due protagonisti con p.p. e dettagli che non vivono d’invadenza viceversa di testimonianza partecipe, silenziosa.

Infine per la sezione Percorsi, che presenta i cortometraggi italiani, vince Bellissima del regista toscano Alessandro Capitani. Il corto segue l’esperienza di Veronica, una ragazza che si vergogna della propria obesità tanto da chiudersi nel bagno di una discoteca munita solo del suo cellulare. Presto le sue paure saranno spazzate via da una lieta sorpresa. Menzione speciale infine per il poetico Tutte le cose sono piene di lei della regista Maria Tilli, cortometraggio che ci ha impressionato positivamente per rigore narrativo e lettura, a più strati, di un microcosmo che diventa metafora di sentimenti universali.

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