MoliseCinema2016: Loro di Napoli e quell’autostoppista particolare

MoliseCinema2016: Loro di Napoli e quell’autostoppista particolare

A breve tutto questo non ci sarà più, fidati di me – Ma tu chi sei? – Io sono Gesù!!! La m.d.p. è posizionata sui sedili posteriori del furgoncino e davanti ai nostri occhi si affrontano due personaggi che si sono appena incontrati. Uno, scopriremo poi, viene da un passato devastante, l’altro ha chiesto semplicemente un passaggio in aperta campagna, in un mondo piatto dove non ci sono differenze ma solo campi arati dal basso e pioggia copiosa dall’alto. È questo l’incipit di 4:15 P.M. The end of the world (titolo originale 4:15 P.M. Sfarsitul Lumii) dei registi romeni Catalin Rotaru e Gabi Virginia Sarga, presentato nella sezione Pesi in corto, Cortometraggi internazionali. Un’opera che fa emergere in maniera evidente la capacità di raccontare un trauma devastante, come la scomparsa di un figlio, utilizzando una chiave drammaturgica organica, rivestita del genere road movie. Il corto, presentato per la prima volta a Cannes l’anno scorso, è un esempio di racconto breve dove tutte le componenti filmiche, dalla messinscena al montaggio, passando per la fotografia e l’attorialità, entrano in gioco in perfetta dialettica.

Giovedì 4 agosto è stata anche la giornata di Loro di Napoli, per la sezione Frontiere. Documentari in Concorso. L’opera, del talentuoso regista palermitano Piero Li Donni, già vincitrice al Festival dei Popoli, ci racconta le gesta della squadra Afro-Napoli United, di fatto l’unica squadra italiana composta da italiani di seconda generazione provenienti dall’Africa e dal Sudamerica, e da napoletani. Con uno stile visivo iperrealistico e un gioco di continui “dentro” e “fuori” dal campo di gioco, Li Donni ci offre un doppio binario di significazione: da un lato abbiamo l’iter sportivo dei ragazzi, che si ritrovano a giocare per la prima volta, e a vincere, il campionato Figc di terza categoria; dall’altro lato, a mò di capitoli fluidi e convergenti, la macchina da presa segue la vita, difficile, poetica e fattiva, di alcuni ragazzi che diventano coagulante per i due plot narrativi. Su questa struttura emerge, a mò di Virgilio, il personaggio di Antonio, colui il quale va a riprendere i ragazzi dalla strada, colui che si adopera per mettere in regola tutti quanti per il tesseramento e colui il quale nello spogliatoio, lontano da occhi indiscreti ma consapevole della presenza della m.d.p., non si fa problemi ad incitare con bastone e carota i suoi atleti. Napoli, con le sue luci, il suo traffico, le sue case affastellate nei rioni, diventa personaggio silenzioso e determinante, vera testimone di un’ impresa sportiva e di linee esistenziali difficili e in continua allerta.

Sulla terrazza dei libri c’è poi stata la presentazione del saggio “Vendere un’idea” di Wanda Marra, in cui si analizzano le ultime strategie politiche portate in dote da Matteo Renzi, nello specifico la sua capacità di interagire con i media mediante un continuo storytelling trasversale. In serata infine ci sono state le proiezioni di punta, con la commedia Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, presentato dalla montatrice del film Consuelo Catucci, e il frizzante, quanto incompleto e acerbo, The Pills-Sempre meglio che lavorare di Luca Vecchi.

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