Tsunami Tour

Tsunami Tour

Primo minuto di girato: una fetta di cielo e lunghe file di palazzi marroni avvolgono l’immagine di un terrazzo. Scopriamo lunghe file di giornali che svolazzano come panni sporchi. Il corpo di Grillo, che vediamo per la prima volta di spalle, di lì a poco suderà, sputerà e si agiterà stremato nel luogo concreto di Piazza San Giovanni: è iniziata la storia della campagna elettorale dalla fine.

E si perché Tsunami Tour, il documentario ideato e realizzato, con grande fiuto giornalistico, dagli autori Chiara Burtolo e Gianluca Santoro, e dal regista Francesco Raganato, si da il caso che inizi a drogare il racconto proprio da quel luogo “sacro”, in cui Grillo, il “capo”, non parla. Dei totali rivelatori esaltano lo spettacolo della folla e il corpo nuovo della politica italiana si abbandona al suo popolo.

Depositato il primo seme di linguaggio, fatto di uno stile patinato e la tecnica del fuori fuoco come esaltazione del corpo di Grillo, il documentario inizia ad aggiungere altri stili di ripresa. Abbiamo le scene del camper, claustrofobiche, in cui si manifesta il cerchio magico di Grillo, i suoi assistenti, i veri maggiordomi di questo viaggio picaresco, e i totali e i campi medi in cui è il paesaggio, la terra d’Italia, a donare poesia al racconto. La sintassi procede per sottrazione e i contesti si accavallano mentre Grillo porta avanti la sua battaglia, disseminando in ogni luogo, encomiabilmente raggiunto, la liturgia del Movimento 5 Stelle.

Le piazze e la rabbia della gente vengono intercettate da Grillo, che si proclama “facilitatore”, mentre, nel congegno organizzativo, simbolicamente rappresentato dai tre assistenti, che lo accompagnano il più delle volte in spazi chiusi come il camper, i ristoranti o il set delle interviste, transitano ciclicamente i volti e le opinioni di brillanti giornalisti, anche stranieri. Tra questi Carlo Freccero e Ferruccio De Bortoli, che riequilibrano la bilancia dei contenuti verso una maggiore obiettività, anche grazie alla scatola televisiva in cui sono rinchiusi.

Il resto, egregiamente raccontato con volti, monitor, case, palazzi, finestre, luci, palchi, vitalità e disperazione, numerologia e impulsività, campi e fuori campi, è un contenuto informativo che già si conosce per i contributi dei telegiornali e dei media in generale. Nella capacità di utilizzare un terreno informativo visivo e tradurlo poi, senza crollare nell’apologia, in importante documento, sta l’originalità di Tsunami Tour. L’assunzione di responsabilità sta nell’aver accettato di esaltare la figura di Grillo, con la prossemica del “corpo santo”, per detonare dall’interno le contraddizioni del Movimento 5 Stelle.

Il documentario, partito all’improvviso, e autoprodotto dalla “Todos Contentos y yo tambien”, è stato proiettato un solo giorno, il 10 aprile, in venti sale italiane, riuscendo a fare sold out a Roma. Attende risposte da Cannes ma qui in Italia, nonostante la qualità del prodotto, sta incontrando enormi difficoltà sul versante distributivo.

 

 

 

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