Hotel Transylvania: Transformania

Hotel Transylvania: Transformania

In principio ci fu la reciproca conoscenza, poi arrivarono la commistione e l’evasione, e ora abbiamo la trasformazione. Mostri e umani viaggiano a braccetto, mentre il castello di Drac potrebbe vivere un lieto, o forse no, passaggio di consegne.

Abbiamo lasciato il protagonista innamorato e ora lo ritroviamo pronto a festeggiare i centoventicinque anni del castello. La cerimonia sarà vissuta con l’adorata figlia Mavis, il turbolento e pasticcione Jonathan, il nipotino Dennis, la compagna Ericka e tutta l’allegra combriccola di mostri. Il nostro Drac vorrebbe fare un annuncio importante ma qualcosa va, ovviamente, storto e presto tutti si ritroveranno, “trasformati”, dall’altra parte del mondo alla ricerca della “salvezza”. A muovere le fila narrative abbiamo un oggetto tecnologico, in quota Van Helsing, con i vari personaggi, Drac in primis, che dovranno fare i conti con un effetto sorpresa, di fatto una riconfigurazione estetica che potrebbe mettere in crisi il registro identitario. Gli ambienti, dopo la prima parte, lasciano le atmosfere carpatiche per far vivere allo spettatore la foresta amazzonica, quel Sud America in cui andrà a materializzarsi la risoluzione dei conflitti.

Il quarto capitolo, disponibile su Amazon Prime Video, di questa saga campione d’incassi, mantiene alto il livello delle risate su base trasversale, dai più piccoli ai grandi passando per gli adolescenti. Abbiamo un cambio alla regia, con Tartakovskij che lascia la m.d.p. a Jennifer Kluska e Derek Drymon, mantenendo il versante della sceneggiatura, e un cambio sulla voce del protagonista principale nella versione originale, con Brian Hull al posto di Adam Sandler. Il ritmo risulta freneticamente godibile e il plot, chiaro e ben strutturato, si lega senza particolari contraccolpi alle tre pellicole precedenti. Anche in questo caso segnaliamo l’ottima capacità del “marchio” animato, a livello illustrativo, cromatico, di fondere tonalità accese, composizioni in quadro variegate caratterizzate da una grande cura del dettaglio, elementi che di fatto si agganciano simbolicamente all’est Europa, al rigore minimal, semplificato, elegante dei personaggi principali, che si lega al canone occidentale. Se nelle storie precedenti i vari nuclei di significazione, da Drac a Mavis, dalla combriccola dei Mostri a Jonathan, erano in continua ricerca di un registro identitario, qui l’identità sembrerebbe rintracciarsi in un blocco unico, di fatto il tema della famiglia in cui convergono sia gli umani sia i mostri. Drac è il perno di questa ricerca e sarà lui a guidare la missione, “attraversando” e “scoprendo” un mondo oltre e altro.

In conclusione, un quarto passaggio, forse l’ultimo, di qualità, che ha intenzione di offrire intrattenimento puro e che ha il dono di narcotizzare la minaccia di una fiacca stilistica tipica della serializzazione animata. I personaggi non stancano e si sedimentano ulteriormente nell’immaginario collettivo.

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