BOB si muove, si agita e si diverte …

BOB si muove, si agita e si diverte …

Pessimo youtuber, bifolco professionista, Junk Food Guru, Massimo esperto di branding e graphic design su youtube Italia … se solo andaste sulla pagina facebook di BOB, trovereste queste brevi descrizioni del suo operato in una modalità veloce, dissacrante, improvvisata (ma non tanto …). Una cosa tuttavia è certa: BOB si muove, si diverte e si agita nei meandri del web; lo troviamo con la macchina a mano a New York che ci racconta la città, in giro per l’EXPO di Milano mentre commenta i padiglioni, con una birra fresca in mano, oppure all’ultimo raduno della Google. È giovane, siciliano, biondo, normanno diremmo, e nel suo background ci sono moltissime esperienze come grafico per importanti aziende. Sul suo canale youtube, con rigorosa dicitura BOB, quotidianamente racconta il suo punto di vista sul mondo e il trambusto che percepisce intorno a sé. Il web diventa un territorio franco per lui, uno spazio di frontiera dove raccontare i disastri e le gioie, i vizi e le superstizioni, i + e i – di una società veloce, edonista ed egoista. I suoi focus spaziali diventano l’Italia e l’America, con New York che fa da capitano con fascia al braccio. Lo abbiamo intervistato e il nostro non si è risparmiato …

Come nasce e si sviluppa la tua interazione con il web?

La mia interazione con il web? Non credo di averne mai avuta una. Anzi a dire il vero non so neanche cosa sia un “interazione con il web”. Scherzi a parte (anche se non penso di scherzare). Non penso a come si sviluppi la mia interazione, porto sul web quello che mi piace e non bado molto a come lo faccio. Cerco di estremizzare me stesso commentando ciò che vedo, andando dove vorrei che gli altri venissero con me. In fondo è questa la mia interazione con il web.

Nasci grafico: cosa ti ha portato poi a divenire uno storyteller seriale?

Un che?! ahahaha beh la grafica consiste nell’esprimere i contenuti, adattarli al formato che possa valorizzarli ed esprimerli al meglio. La parola “storytelling” è abbastanza moderna ma il concetto è antico. Io nasco grafico ma ci sono tanti tipi di grafici nel mondo. Ci sono gli esecutori e i progettisti. Il mio tipo di lavoro mi tiene a stretto contatto con il mondo della “percezione” e della comunicazione. In fondo noi esseri umani l’unica cosa che vogliamo realmente nella vita è sentirci raccontare delle storie.

C’è un versante di scrittura che fa da struttura ai tuoi video?

Non scrivo quasi mai, penso parecchio ma di solito lascio che “il caso” (uno degli elementi di progettazione più importanti del mondo) prenda il controllo del mio video.

Sul tuo canale youtube sta andando in onda la seconda serie su New York e l’America in generale. Descrivi in poche righe e suggestioni la cultura americana.

Ognuno ha la sua AMERICA, la mia sarà diversa dalla tua. La mia “L’America”, come ogni nazione, ha mille problemi e mille pregi. Io personalmente apprezzo la sua velocità, la sua rapidità d’esecuzione in tutti gli ambiti (visibile soprattutto in una città come New York). L’America ha il pregio di tirar fuori il lato più avventuriero delle persone ma bisogna stare molto attenti perché le delusioni sono sempre dietro l’angolo. Se insegui il “sogno” americano prima o poi qualcuno ti sveglierà e il sogno sarà finito.

Chi tra i grandi registi del cinema americano, di New York, ti ha ispirato? Scorsese? Allen? Lee?

Non sono un esperto di cinema, Woody Allen lo apprezzo come persona ma non come regista. Sinceramente apprezzo tutti come persone e non per i ruoli che ricoprono nella loro vita professionale.

Il tema del logo, che alfabetizza il tuo immaginario, come condiziona il nostro reale?

Un marchio è l’elemento più caratterizzante della comunicazione, l’unico che anche se non viene mai utilizzato rimane nelle nostre menti. Un marchio fa parte di un alfabeto invisibile che gioca sulla percezione. Quando vedi uno SWOOSH la tua mente genera in automatico la parola “nike” anche non leggendola direttamente. Il Branding (che poi è il mio lavoro principale) gioca proprio sulla percezione e l’interpretazione dei segni visivi sul vissuto quotidiano delle persone. Insomma più che il designer faccio lo psicologo (o forse lo psichiatra). Il cervello umano cerca di credersi l’organo migliore, ma di fatto il nostro “io” è l’elemento più facile da ingannare. In fondo, se ci pensi, quando si studia il funzionamento del cervello non è altro che il nostro cervello che cerca di spiegare a se stesso come funziona. Le scelte più sensate si prendono di PANZA e non di TESTA 😉

Utilizzi il ralenti, la macchina a mano, i totali, la voce fuori campo. Ci puoi parlare del sottotesto del tuo linguaggio?

Che domanda complicata e tecnica. Non so che stile utilizzo, nessuno mi ha mai insegnato, nè tantomeno ho studiato i linguaggi cinematografici. Io racconto storie, come ti ho detto, e le racconto cercando di collegare le varie parti con una linea comune che è l’ironia probabilmente. Il sottotetto del mio linguaggio probabilmente è inesistente e cambia con il cambiare dello spettatore. Ralenti, macchine a mano le lascio a chi fa il videomaker; io parlo in camera e non importa se sia una macchina da presa di Hollywood o un cellulare da 50 euro.

Come il cibo e l’interazione dell’essere umano con esso si modifica nel passaggio tra Italia e America?

Come ti ho detto le migliori decisioni si prendono di “panza” quindi dobbiamo trattar bene le nostre “panze”. Il cibo è un tema ricorrente nei miei video, un cibo estremo, un cibo quasi mercificato che diviene esperienza di marketing. Bene, in Italia il cibo è sacro, l’Italia è un paese di presuntuosi che preferisce avere la mamma puttana piuttosto che la pizza egiziana. In America il cibo si presta molto alla comunicazione. L’America non si perde in inutili battaglie sulla territorialità dei cibi ma cerca di unire le culture e valorizzarle.

La parolaccia è una linea istintiva o studiata?

Un po’ e un po’…. purtroppo e per fortuna sono cresciuto in strada dove l’insulto diventa “intercalare”. So che a molti disturba ma fa parte di me stesso e sarebbe inutile cercare di censurarlo. A volte studio battute volgari appositamente ma la maggior parte delle volte è tutta colpa (o merito) dell’istintività.

Ti vedremo mai passeggiare per New York con Fabio Volo?

Mio dio, spero di NO… altrimenti vorrebbe dire che sono caduto molto in basso. E poi non so se Fabio Volo riuscirebbe a starmi dietro ahahah

I tuoi prossimi progetti?

Non avere NESSUN PROGETTO è il miglior progetto per il futuro. I progetti son mille e zero allo stesso tempo. Ma come dico sempre non penso molto al futuro, vivo il presente. chi pensa al futuro vive nel futuro e il futuro è ignoto. Chi vive nell’ignoto vive male.

Per saperne di più su BOB:

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