Sammy2 La grande fuga

Sammy2 La grande fuga

O da questa parte o da quell’altra. Di qua c’è un enorme acquario, la ricca Dubai, il sogno del benessere economico e la tecnologia. Di là c’è l’oceano, una nave con dei bracconieri a bordo e tanto inquinamento. Di qua ci sono tante specie di pesci chiusi in cattività e di là delle tartarughe che stanno per raggiungerli. Di qua l’essere umano si divide in coloro che amano i pesci, i veterinari, e chi con loro crea del redditizio business, il direttore del coloratissimo acquario; di là c’è un mondo marino in perenne crisi, tra fondali stepposi ed enormi crepe avvolte nell’ombra. A questo punto si capisce che si tratta di un gioco da “dentro” e “fuori”.

Barriera corallina. Le due tartarughe Sammy e Ray stanno invitando i loro nipotini, Ricky e Ella, ad ammirare e scoprire le bellezze che li circondano, quando un gruppo di minacciosi bracconieri li cattura per rivenderli all’acquario sottomarino di Dubai, un parco divertimenti all’avanguardia. I cuccioli di tartaruga restano in balìa dell’oceano, mentre i loro nonni, una volta catturati, tentano in tutti i modi di evadere dalla “prigione”. In questa fuga verranno aiutati dall’astice schizzato Lulu, dal pesce brutto e grassottello Jimbo e dal cavalluccio marino Big D, che si crede il ras dell’acquario e si accompagna sempre a due murene che assecondano ogni sua velleità. Ma il piano di evacuazione può essere gestito esclusivamente da Sammy e Ray, sia perché Big D è inaffidabile e sia perché i due nonni devono recuperare al più presto i nipotini dispersi.

È una storia che procede per coppie di significazione. Due i protagonisti, due i nipotini, due gli ambienti che diventano teatro e personaggi stessi del racconto. Due sono gli stili visivi utilizzati, colorato e luccicante l’acquario, quanto opaco l’oceano; due sono le critiche sottotestuali del film, all’uomo che inquina e a quello che se ne infischia di mettere in cattività un animale; due sono le personalità racchiuse nell’astice Lulu, quasi la sua schizofrenia fosse metafora del duopolio significante tutta la struttura. I bambini sotto i cinque anni si divertiranno, soprattutto nelle scene coreografiche quando il 3D si fa notare e la musica, molto coinvolgente e spregiudicata, alza i propri ritmi. Bellissima la sequenza quando Ricky ed Ella, nel tentativo di mettersi in contatto con i nonni, vengono “fagocitati” dai tubi di scappamento dell’acquario e sono costretti a subire il “pulsare” di un ambiente divenuto, da luccicante che era per buona parte di narrazione, inesorabilmente sinistro.

Questi animali stilizzati dalle caratteristiche antropomorfe, che avevamo già conosciuto con il primo cartone animato Le avventure di Sammy, sono simpatici e sinceri nella loro azione, e fanno bella figura di contro alle grandi produzioni animate hollywoodiane. La visione diventa dunque gradevole quanto, tuttavia, scontata nell’attimo in cui i protagonisti vogliono abbandonare la loro semplicità e farsi manifesto sottotestuale di una tematica (è il caso di Jimbo e la riflessione sul concetto di morte). Il 3D concepito dalla nWave Pictures, il cui direttore è anche regista del film, Ben Strassen, non è depositario della tensione emotiva, per quest’ultima ci pensano esclusivamente le parabole dei personaggi, viceversa si palesa energicamente nelle scene immersive, quando l’azione del film coincide con veloci movimenti di macchina e gli animali in quadro rincorrono i loro obiettivi.

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